yogurt-e-mieleLe nuove ricerche sulla composizione del miele ci portano a riconsiderare alcuni punti fermi: il miele non è solo glucosio e fruttosio. Infatti anche gli zuccheri complessi (oligosaccaridi) presenti nel miele giustificano le esperienze cliniche maturate nel tempo. Facciamo un esempio: la capacità del miele, quello naturale e bio in quanto poco manipolato, di agevolare la crescita dei batteri presenti a livello intestinale, di addolcire senza accrescere la glicemia quanto lo zucchero, di agevolare, in una dieta equilibrata, il recupero dell’assetto lipidico (trigliceridi e colesterolo HDL e LDL) normale. La ricerca industriale ha individuato in questi zuccheri complessi una fonte di prodotti nutraceutici, cioè sostanze alimentari benefiche per la salute, che in vari articoli vengono definiti “ health promoting food”. Le attivià di questi zuccheri, che partecipano con altri elementi nella definizione di prebiotico dato al miele, vanno dall’agevolare la crescita dei Bifidobacterium e dei Lactobacillum nel colon alla formazione di fosfolipidi, molecole importanti per la formazione, tra l’altro, delle membrane cellulari. Nei mieli la presenza di questi zuccheri complessi, che poco tempo fa erano considerati solo una “zavorra alimentare” senza uno scopo dietetico, è variabile; molto dipende dalla fonte bottinata dalle api, vale a dire i fiori e insetti da cui si è tratto il nettare, altre volte dalla elaborazione che l’ape ne fa durante il trasferimento del nettare dall’ape bottinatrice a quella che immagazzina il miele nella cella dell’arnia. Gli miele-oligosaccaridioligosaccaridi più diffusi nel miele sono i fruttosio-oligosaccaridi (FOS), cioè dei polimeri del fruttosio; sono concentrati più del doppio rispetto alla banana e dello zucchero di canna, cinque volte di più che nel pomodoro. E che fanno? Siccome non sono aggredibili dagli enzimi gastrici e intestinali, arrivano quasi indenni nel colon. Qui sono i nutrienti preferiti dai nostri batteri saprofiti e interferiscono con la crescita dei Clostridium perfringens, batteri che possono indurre necrosi intestinale e che comunque inducono la putrefazione intestinale.

A questo punto qualche consiglio per sfruttare la presenza di oligosaccaridi del miele:  un cucchiaino di miele (biologico o fresco-naturale) in yogurt o kefir. Se il miele è cristallizzato e lo volete più liquido basta scioglierlo in un po’ di acqua tiepida (temperatura corporea) e addizionarlo allo yogurt o al kefir che si produce in casa: metterete il turbo ai fermenti lattici. O addizionatelo alla pasta madre per migliorarne la lievitazione: le amilasi presenti nel miele aiuteranno a rendere il lievito più morbido. Un cucchiaino di miele di rosmarino nella preparazione delle mele cotte- come indica Riza nel libro “il miele la migliore cura” – aiuta l’intestino. Se si vuole salvare l’insieme delle caratteristiche del miele aggiungetelo a preparazione tiepida (temperatura massima di 45°C) altrimenti si perde la componente biologicamente attiva come enzimi ed altre meraviglie del miele. Ma questa è un’altra storia.  Buon miele!

dr. PIETRO PAOLO MILELLA
biologo, naturopata, consulente di apiterapia