Ma che fa il miele? E nella dieta? E quali sono i suoi vantaggi? Tutte domande interessanti che meritano attente risposte.

miele-fegatoAlla prima domanda, le ricerche sempre in corso a livello mondiale rispondono con una analisi dei composti presenti nel miele e valutandoli anche singolarmente. Questo è il caso degli zuccheri più o meno semplici che sono presenti:  glucosio, fruttosio (80% dei glucidi del miele) ed anche disaccaridi (saccarosio, maltosio, isomaltosio, kojibiosio, laminaribioso, ecc.), trisaccaridi (melezitosio, erlosio). Il fruttosio e il glucosio sono quasi in equilibrio tra di loro. Sono cioè ad un rapporto 1:1; ciò sembra indicare che si verifica una condizione, forse determinata dagli altri zuccheri, per la quale il glucosio si trasforma in fruttosio e viceversa, sino ad un punto. Questo punto è la formazione di cristalli microscopici di glucosio che inducono il miele a cristallizzare e a divenire sempre più solido. I mieli più ricchi in glucosio tendono a divenire solidi. Sugli scaffali dei supermercati questi mieli cristallizzati vengono snobbati: errore. I degustatori dei mieli potranno ben assaporare la sensazione di freschezza al palato di un miele cristallizzato confrontato con un miele, dello stesso tipo, non cristallizzato. Inoltre la cristallizzazione del miele indica, al contrario di quanto si è portati a pensare, che gli enzimi contenuti dal prodotto sono attivi e che altre sostanze in esso contenute siano ancora biodisponibili!

Uno dei primi vantaggi è che il miele assunto, sempre in piccole quantità (un cucchiaino), in una tisana serale prima di coricarsi, permette al fegato di avviare i processi di autodetossicazione senza andare incontro ad un deficit di glucosio/fruttosio. Nella cultura cinese c’è un detto: “Mangia il miele prima di andare a letto”.  Ma perché consumare il miele prima di addormentarsi?

Secondo il dottor Ron Fesseden , autore del libro “The Honey Revolution”, è proprio il fruttosio contenuto nel miele ad energizzare le cellule epatiche (tra le poche a utilizzare questo zucchero in modo massivo), e a rendere possibile il processo di immagazzinamento del glucosio in glicogeno nel fegato. Il fegato a questo punto possiede la “benzina” per assorbimento-mieleavviare i processi fisiologici di detossicazione alimentare, produzione enzimatica per il metabolismo glucidico, lipidico e delle vitamine B12, senza dimenticare la produzione dei sali biliari, provenienti dal metabolismo ematico. Quanto lavoro! Se immaginiamo che di questo la maggior parte si svolge di giorno, in piena attività fisica e mentale, quando sarà possibile per il fegato procedere a “pensare a se stesso” e iniziare la fase di “depurazione e allontanamento delle tossine “ prodotte? Di notte. Durante la fase di rilassamento, dopo i processi digestivi avviati dalla cena, il fegato dovrebbe avere il tempo di rigenerarsi, come il cervello. Occorre tempo per far ciò: alcuni studi ritengono che siano necessarie dalle quattro alle sei ore. Il fegato mediamente utilizza 10 grammi di glicogeno all’ora, ma sembra che ne possa accumulare 75 grammi per volta. Significa che se ceniamo alle 20, il fegato, tra i processi digestivi e di “recupero”, consuma tutto il suo carburante e al nostro risveglio ci troviamo in riserva o con i processi di detossicazione non completi. Allora?

La parte del glucosio del miele che ingeriamo con la tisana la sera, prima di “raggiungere” il letto, una volta nell’intestino e attraverso il fegato, giunge nel circolo ematico. Il pancreas procede a rilasciare l’insulina per controllare la glicemia; ma la stessa insulina avvia il processo di ingresso del triptofano (un aminoacido molto presente nella frutta secca e latte) nel cervello, dove viene metabolizzato in serotonina. Questa molecola è un neurotrasmettitore implicato, dove in difetto, in disturbi del sonno e nella depressione. Ma non è finita. Al buio la serotonina viene convertita in melatonina, fondamentalmente ma non solo, nella ghiandola pineale (epifisi); l’azione di questo ormone è di ridurre la temperatura corporea, inibire il rilascio di insulina con ciò evitando la caduta della glicemia, che può affluire anche al cervello, ai muscoli ed ai vari distretti corporei per la rigenerazione cellulare. In pratica il fruttosio (sempre in piccole dosi) controlla il consumo epatico del glucosio in glicogeno e viceversa per contribuire alla omeostasi cellulare. simple-and-effective-honey-and-lemon-tea-recipe-for-sore-throats1_124804L’equilibrio dei processi metabolici riduce la necessità di attivare la via ormonale tipica dei periodi di stress, che nel loro significato sano e corretto implicherebbe squilibri nel periodo di digiuno notturno, con il blocco del metabolismo dei carboidrati e dei lipidi. Secondo la visione di Fesseden e di M. Mc Innes, autore del libro “The Honey Diet”, bere una tisana o latte tiepido addolcito con un cucchiaino di miele contribuisce a ridurre il grasso addominale, purché consumato appena prima di coricarsi. Con un regime alimentare corretto, senza quegli “abusi” dei cibi spazzatura, potrebbe aiutare a perdere peso. Sarebbe bello, no? Provare per credere!

Fonte : Nathaniel Altman autore di “The Honey Prescription”

dr. PIETRO PAOLO MILELLA
biologo, naturopata, consulente di apiterapia.