apiterapiaApiterapia, termine relativamente moderno e universale per un approccio naturale alla salute che affonda le sue radici nel passato. Nei Papiri risalenti al 1700-1500 a.c. (Georg Ebers ed Edwin Smith) dove le ustioni e le ulcere vengono curate con un impasto a base di latte coagulato e miele e la cera usata per proteggere la pelle dai raggi del sole; in un manoscritto arabo del 1200 dove il miele è medicina; negli studi clinici dei primi anni dell’ 800 relativi in modo particolare al veleno d’ape (I.B. Lubarski – 1879 – “Il veleno
delle api – un rimedio”); nel primo trattato di Phillip Terc, medico austriaco riconosciuto come padre dell’apitoxiterapia, sulla “Relazione tra la puntura delle api e le malattie
reumatiche”; senza dimenticare Bódog Beck, medico ungherese, che nel 1935 pubblicò il libro Bee Venom Therapy con l’obiettivo di raccogliere tutto ciò che si sapeva fino ad all’ora sull’apiterapia, sia a livello teorico che pratico, sottolineando come il veleno d’api funzionasse nei casi di reumatismi, artrite, artrosi senza sottovalutare le controindicazioni e con l’importanza dei test allergologici preventivi.
apitoxiDa allora passi in avanti ne sono stati fatti tanti se si pensa all’esistenza di uno studio comparato fra corticosteroidi e veleno d’ape in pazienti affetti da sclerosi multipla, una sindrome clinica dovuta alla progressiva demielinizzazione della tunica mielinica del sistema nervoso centrale, con formazioni di lesioni (placche) che evolvono
da una fase infiammatoria iniziale a una cronica (I. Krivopalov- Moskvin, S.Rozenfeld, E.Varnavskaya, A.Krivopalov, Svoboda, Cheliabinsk, Russia).

La terapia con le API nasce quindi inizialmente proprio per connotare l’impiego del veleno d’api, ma arriva ben presto a estendersi indistintamente a tutti i prodotti dell’alveare, miele, polline, propoli, pappa reale ma anche cera, pane d’api e larve.

Se ci fermiamo un attimo a riflettere l’APIterapia, al suo livello più semplice, entra nel nostro quotidiano più di quanto ci si aspetti, lo fa quando assumiamo il familiare cucchiaio di miele sciolto nel latte ai primi malesseri influenzali, lo
è il primo spruzzo di propoli alla comparsa di quel fastidioso pizzicore che dà inizio alla stagione invernale o ancora il primo misurino di pappa reale per contrastare l’astenia della primavera che si affaccia.
Ma l’APIterapia si eleva a uno scalino più alto, allora il miele non è più solo un dolcificante, non è più il popolare rimedio per la gola ma è anche la Miscela dalle elevate
proprietà cicatrizzanti.
A tale proposito un articolo apparso proprio su l’apis qualche anno fa (N.6/2014: E.Ranzato, S.Martinotti, B.Burlando) in cui le già ben note proprietà cicatrizzanti del miele vengono ulteriormente validate da un approfondito studio in vitro in cui si dimostra che l’azione cicatrizzante non è legata solo esclusivamente alla sua elevata
viscosità, al suo pH acido o alla presenza di acqua ossigenata, ma anche all’azione stimolante che il miele ha sui cheratinociti incrementandone la capacità riparativa.
Il punto ancora più sorprendente di questo studio a mio parere sta nel prendere atto che ogni tipo di miele agisce con un proprio meccanismo e che non tutti sono efficaci
allo stesso modo. Se non siete facilmente impressionabili vi consiglio di visitare questa
pagina http://www.apicolturaonline.it/apiterapia/, troverete alcune immagini, anche forti, sulle interessanti applicazioni condotte dal Dott. Feraboli nella Divisione di Ortopedia – Azienda Ospedaliera di Cremona. Ho avuto occasione di assistere a una sua relazione durante la Festa delle Api tenutasi a Erba qualche anno fa, ne rimasi semplicemente affascinata.

Come vedete l’APIterapia non parla una sola lingua, che la si chiami bee therapy, apithérapie, апитерапия, Apitherapie, la direzione è una, quella di promuovere l’uso dei prodotti dell’alveare per piccoli e grandi disturbi, nella consapevolezza di curare senza
nuocere. Teniamo sempre ben presente che in molti paesi l’APiterapia è già una pratica medica. Tante sono le Associazioni già nate e diversi sono i convegni tenutesi a livello internazionale. Da un anno anche in Italia è nata un’associazione di APIterapia (www.apiterapiaitalia.com) il cui obiettivo è proprio quello di promuovere un’apicoltura responsabile e un aggiornamento continuo e professionale.

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a cura della dr.ssa Enrica Baldazzi, farmacista. Articolo pubblicato sulla rivista l’Apis di gennaio 2017