apicosmesi1La cosmesi è l’arte alla base della cura della bellezza e la cosmetica è l’insieme delle tecniche per raggiungere il risultato migliore. Che sia legato al riequilibrio, al ritorno all’ordine naturale, beh, ci sembra un poco “tirato”, ma in realtà è nel profondo significato della parola (dal greco κόσμος, kosmos) che troviamo il nesso, giacché il significato etimologico di cosmo è “ordine”. Nella mitologia greca è dal Caos primigenio (il disordine originale) che si genera l’Universo che è caratterizzato dal “verso unico” cioè ordinato: un “pre-Big Bang” che crea, con il Big Bang, il Cosmo. Quello che iniziamo a conoscere sempre meglio con i satelliti e i potenti telescopi non più ottici. La fisica delle particelle sembra condividere questa ipotesi.

La cosmesi è, se si vuole vederla così, una vera Arte che, dove possibile, esalta la bellezza oppure tenta di porre tutte le cure per raggiungerla. La bellezza non vuole solo essere quella della sola apparenza, neppure la posticcia tonicità giovanile in un fisico avanti negli anni, ma la realizzazione di un equilibrio ordinato dell’organismo. Nell’Apiterapia questo risultato si raggiunge attraverso la sana nutrizione e l’impiego idoneo di tutte le tecniche che impiegano i doni delle nostre api. D’altra parte, leggendo questa Rivista, emerge evidente lo sforzo nella ricerca della produzione di qualità (nelle Api e nell’Uomo che le alleva, usandone i “prodotti”), con Autori che augurano la più attenta cura verso la biodiversità e la multidisciplinarietà dell’apicoltura.

Negli articoli, che in precedenti numeri di Apinsieme hanno trattato aspetti particolari dell’Apiterapia (dalla ricerca psichica a quella del biota intestinale), i prodotti apistici hanno dimostrato di possedere doti invidiabili, quali sono quelle antinfiammatorie, immunostimolanti, cicatrizzanti, ecc.

La nostra Associazione, già lo scorso anno, ha avviato un’azione di sensibilizzazione verso l’impiego di prodotti naturali per la Cosmesi. Si è svolto, in effetti, il primo corso in Italia di Apicosmesi, aperto a personale sensibile all’utilizzazione d’ingredienti naturali e il meno possibile impattanti sull’ambiente. Solo da poco tempo si è risvegliata la consapevolezza che il benessere della pelle sia raggiungibile con prodotti naturali. Molte scuole di estetica avviano corsi di “cosmesi naturale”. I prodotti veramente bio sono pochi e costano tanto; la loro richiesta aumenta progressivamente. L’ANSA a luglio di quest’anno riportava la notizia di un’Azienda italiana del settore biocosmetologico con un incremento annuale del 30%. Bravi!

La biocosmesi è anche uno stile di vita che osserva la Natura e da essa trae insegnamenti: riduce notevolmente l’impiego di prodotti sintetici e gli scarti lavorativi a essi connessi. Un passo avanti nel recupero del vivere meglio.

In più si amplifica la richiesta di conoscenze pratiche sul loro utilizzo, con ricadute sul settore benessere (massaggi, studi di estetica, centri di riequilibrio olistico).

Considerato che molti Lettori di Apinsieme sono curiosi, dotati di buona sensibilità all’ecologia e di spirito di iniziativa, perché non provare con ciò che ci passa il nostro apiario? Miele, Polline, Propoli, Cera? Come inizio sono bastanti per sperimentare su di noi la delicatezza naturale dell’Apiterapia. Lo sappiamo bene! Con uno studio paziente e pratiche adeguate, potremmo provare “ricette” valide per il nostro uso personale, con risultati interessanti! E NATURALI. Poi, con le giuste sperimentazioni di oli essenziali o fiori di Bach, gemme ed estratti vegetali, l’esperienza si amplierà insieme alla competenza. Provare per credere.

Chiediamoci, poi: ci leccheremmo le dita dopo esserci massaggiati il viso con la crema di “bellezza” che abbiamo acquistato in un “ beauty store “e custodiamo in casa? Forse no. Chissà che ci mettono dentro!

MIELE – Iniziamo con il miele, gioia e delizia di tanti apiterapisti. Pochi prodotti possono trovare tanto spazio nel mondo dell’Apicosmesi come il miele. Esso è veicolo di sostanze bioattive, cioè molecole che mostrano di interagire con il nostro organismo in modo complessivo (ricordiamoci che siamo numericamente costituiti più da batteri che da cellule umane). Queste sono varie ed estremamente variabili: stagionalità, provenienza, origine floreale o non floreale, lavorazioni del prodotto (prima in apiario e poi in laboratorio), esposizione a fonti luminose e termiche inadeguate, ecc, possono modificare il “messaggio” biologico che si trasmette. Basterebbero queste premesse a suggerire al Lettore che, forse, non si scrive di miele di scarsa qualità e inoltre che non siano da selezionarne solo su base geografica o della specie botanica ovvero alternativa (di melata). Le esperienze pratiche mostrano che la maggior parte degli apicoltori si “arrangia” con quello proprio, e con grande successo.

Sopra si è descritto come il miele possa veicolare sostanze biologicamente attive; questa capacità è molto simile a quella che si riscontra negli oli base da massaggio (es.:olio di mandorla), vale a dire quelli che vengono usati per favorire la penetrazione degli Oli Essenziali (quali per esempio di Lavanda, Ylag-Ylang, Sandalo) al di sotto dello strato difensivo e nel contempo inerte dell’epidermide. Il miele, in effetti, è una soluzione dotata di molecole idrofile (che si sciolgono in acqua) e lipofile (che si sciolgono in sostanze oleose); ciò permette ad alcune sostanze presenti nel miele (flavonidi e piccole proteine) di superare molte delle barriere naturali. Queste molecole possono poi essere metabolizzate dall’organismo o agire direttamente su recettori presenti al di sotto dell’epidermide (effetti di attivazione di sostanze antimicrobiche da parte di glucidi verso i recettori T1R o di sostanze amare verso i T2R- vedere fonte 1), ma anche diffondendosi tali e quali prima nel derma e poi in circolo (effetto immunostimolante o antibiotico di alcune molecole, come i polifenoli, melanoidine e le defensine). Se poi utilizzassimo il miele tal quale sciogliendovi gocce di oli essenziali (O.E.) potremmo scoprire che gli effetti ne vengono potenziati , come è ben descritto nella ricerca delle evidenze cliniche con l’impiego dell’OE di origano (2). E non si tratta di effetti minuscoli, visto che la azione combinata dei due prodotti naturali era estremamente evidente su colonie di stafilococchi e Pseudomonas Aeruginosa.

Non possiamo trascurare l’azione del miele nelle cicatrizzazioni di ferite, ulcere e ustioni: il tema della cicatrizzazione è, negli ultimi anni, molto sentito per la frequente antibiotico-resistenza e problemi di coagulazione tipici di talune patologie (epatiti ed esiti post-chirurgici). Avere un valido alleato naturale come il miele permette di accelerare la cicatrizzazione con un bassissimo rischio tossicologico (miele gammizzato, cioè sterilizzato ai raggi gamma). Nell’Apicosmesi l’uso del miele è perciò considerevolmente rilevante. Molte creme usate nei corsi richiedono mieli biologici freschi e fluidi, per ridurre l’azione abrasiva dei microcristalli in talune condizioni infiammatorie.

L’applicazione del miele, per la sua capacità adesiva sulla pelle, permette di impiegare in aree ristrette i costosi Fiori di Bach e simili (floriterapia), di alcuni Oli Essenziali, impedendone l’aggressività dell’uso diretto sulla pelle stessa, sempre poco consigliabile, e di derivati delle gemme vegetali (gemmoterapia).

Per tentare una sintesi sulle caratteristiche solo fisiche del miele, conviene ricordare una tra quelle ben note durante la lavorazione in laboratorio: la sua idrofilia. Il miele ha la tendenza a richiamare l’acqua dai tessuti su cui si spalma, ma, a differenza dei Sali o apicosmesi2Fanghi, è meno spinta e violenta. Basta porre molta attenzione al corretto tipo di massaggio, e questo si trasforma in vero e proprio sistema aspirante dei liquidi sottostanti. Per fare questa prova bisogna imparare a dosare la forza del massaggio e le tecniche di trattamento, altrimenti c’è il rischio di irritare i tessuti.

 

POLLINE – Vi stupirete se con calma aggiungeste al miele piccole quantità di polline e con questo massaggiaste la pelle macchiata da anni di esposizioni inadeguate al Sole. Di ricette strane ce ne sono di tutti i tipi in internet, spesso copiate senza limiti da uno stesso Autore, altre volte straordinariamente monche di qualche parte lasciata per indolenza. Soprattutto se si tratta di rapporti ponderali tra miele e polline.

L’azione del polline fresco è caratterizzata dalla sua peculiarità: è un organo delle piante, che diviene attivo appena si trovi in adeguate condizioni di umidità e pH, e non un semplice aggregato di piccoli pallini colorati. Apinisieme, con il contributo del professor Ricciardelli D’Albore, continua da anni a meravigliarci sulla complessità del mondo verde, delle interazioni tra questo e le api e sugli aspetti interessanti del polline.

Le azioni più studiate del polline, in modo riassuntivo, possono essere così sintetizzate: antinfiammatorio, antiossidante (3), immunomodulante e attivatore dei processi complessi, quale è la formazione della melanina, uno dei pigmenti della pelle (4), definita melanogenesi. La capacità antiossidante è per molti Ricercatori la motivazione della reattività dell’organismo agli attacchi indotti dall’invecchiamento cellulare, tali da “modificare” la crescita e la funzionalità normale. La pelle, il suo invecchiamento con la disidratazione e la iperpigmentazione, sono la cartina di Tornasole (chi ha vissuto un’itterizia lo sa bene). La “melanina” è in realtà un insieme di molecole diverse con colori dal nero al rosso, prodotta dai melanociti, è uno scudo (“fotoprotezione”) che protegge gli strati profondi della pelle, dove l’eccesso luminoso potrebbe avere conseguenze nefaste sulle cellule, leggi tumori. Alcune molecole del polline sembrano ridurre alcuni rischi indotti dall’ eccessiva esposizione agli UV, modulando la produzione apicosmesi3di melanina.

Ciò è stato confermato da un lavoro scientifico dello scorso anno (5); in articoli precedenti su Apinsieme abbiamo riportato più in dettaglio le vie metaboliche studiate. In particolare possiamo ricordare che, secondo la ricerca, il polline è adoperabile in cosmesi nei casi di eccessiva pigmentazione della pelle. La presenza di polifenoli particolari e flavonoidi, molto più concentrati che nel miele, hanno azione antagonista di un enzima (tirosinasi) implicato nella produzione della melanina.

Il polline, per la composizione di complessi bioattivi con alta concentrazione, è considerato un ottimo alimento per gli sportivi e gli studenti; le proteine, i lipidi, gli zuccheri e i sali (calcio, magnesio, ferro e fosforo) in esso contenuti sono ottimali, simili ai tenori dei legumi secchi (3), e alcune vitamine (B2, B3, B5, C) sono più che sufficienti. Tutto quanto prima descritto, può essere vantaggiosamente indicato per nutrire pelli anziane. Nei nostri corsi di Apicosmesi queste doti naturali sono sperimentate direttamente e le preparazioni spiegate per i vari inestetismi, in combinazione con il miele e altri prodotti naturali.

PROPOLI – La propoli, con il tempo, ha interessato molti settori del campo bio-medico, grazie alle sperimentazioni in settori molto promettenti quali quelli dell’immunologia. Si sono valutate varie propoli, per saggiarne la capacità batteriostatica e micostatica, senza tralasciarne quella antinfiammatoria e antiossidante. Queste resine offrono soluzioni in Apicosmesi interessanti. Gli oleoliti di propoli da soli o in abbinamento con il miele possono contribuire a recuperare una migliore resistenza alle recidive delle micosi (6) in zone cutanee dei piedi (tra le dita per esempio) e sottostante il letto ungueale. Benefici possono essere tratti anche nelle ulcere poiché la ricerca sulla propoli ha evidenziato, molto recentemente, che il fenilestere dell’acido caffeico (CAPE) agevola la deposizione del collagene (proteina fondamentale della pelle) e la formazione di un nuovo tessuto epiteliale (7).

Alcuni ricercatori (8) avevano mostrato l’azione antivirale della propoli, perfino con prestazioni migliori di certi farmaci molto noti, nel debellare o ridurre gli effetti determinati dal virus del Herpes genitale (HSV).

Come per il miele e il polline, anche la propoli ha un marcato effetto positivo sulle ustioni, modulando la formazione della fibronectina (una proteina della pelle che favorisce l’adesione delle cellule epiteliali) e del collagene (3), come sopra si era visto nel caso di ulcere.

Per completare questa sintesi sull’impiego dei prodotti apistici nella Cosmesi, che definiamo Apicosmesi, non possiamo sottacere la cera che ha altissime qualità traspiranti e affinità con la pelle (saponi), sparita nella preparazione della “Ceretta”, molto pubblicizzata nei periodi estivi, per concludere con la pappa reale, presente in alcune preparazioni che possono contribuire a rendere tonica la pelle.

Forse non sono sufficienti due giorni di corso full-immersion nella struttura dell’Associazione nel parco naturale del Treja (RM), tra teoria e pratica. Alla fine, secondo voi, contribuire a sentirsi parte della Natura, collaborare nel mantenerla sana e vitale, sapendo che da Essa dipendiamo e di Essa ci nutriamo (mente e corpo), può essere l’obiettivo per una vita più saggia? UBI APIS IBI SALUS (Seneca: “dove vi sono api, lì vi è salute”).

a cura di dr. Pietro Paolo Milella biologo, naturopata, consulente di apiterapia

FONTI:

  • R. Freund, R.J.Lee “Taste Receptors in the upper airway” World Journal of Otorhinolaryngology-Head and Neck Surgery (2018)
  • Imtara, Y. Elamine, B. Lyoussi “Honey antibacterial effects Boosting using Origanum Vulgare L. Essential Oil” Ev. Based Compl. and Altern. Med. 2018
  • Cornara, M. Biagi, X. Jianbo, B. Burlando “Therapeutic Proprieties of Bioactive Compounds from Different Honeybee Product” Front. Pharmacology 2017
  • http://www.uniroma2.it/didattica/EvolEcolUm/deposito/colore_della_pelle.pdf
  • Liping, Yan Guo, Z. Yanxin, Z. Younglian ““Antioxidant and Anti-tyrosinase Activities of Phenolic Extracts from Rape Bee Pollen and Inhibitory Melanogenesis by cAMP/MITF/TYR Pathway in B16 Mouse Melanoma Cells” Frontiers in Pharmacology 2017.
  • Galletti,FK Tobaldini-Valerio, S. Silvia, ES Kioshima, L. Trierveiler-Pereira, M. Bruschi, M. Negri, TI. Estivalet Svidzinski “Antibiofilm activity of propolis extract on Fusarium species from onychomycosis” Fut. Microbiol.2017
  • Romana-Souza, JS. Dos Santos, . Monte-Alto-Costa “Caffeic acid phenethyl ester promotes wound healing of mice pressure ulcers affecting NFkB, NOS2 and NRF2 expression”. Life Sci.2018
  • Vynograd, I. Vynograd, Z. Sosnowski “ A comparative multicentre study of the efficacy of propolis, acyclovir and placebo in treatment of genital herpes (HSV)” Phytomedicine 2000
  • https://apiterapia.blog/corso-di-apicosmesi-e-benessere-naturale