di Aristide Colonna e Beti Piotto. Articolo pubblicato su L’Apis.

La propoli, le propoli

La propoli è utilizzata come prodotto di grande valore per cure complementari. È adoperata per migliorare la salute o coadiuvare il trattamento di un ampio spettro di disturbi, entra nella composizione di prodotti farmaceutici ed è talvolta usata come additivo alimentare.

In realtà propoli è un nome generico che identifica una sostanza naturale, resinosa, raccolta dalle api da essudati di gemme e foglie di piante di diverse specie e successivamente lavorate con saliva e cera e finalmente impiegata nell’alveare.

Per le api la propoli è materiale da costruzione ma anche antisettico; viene infatti applicata per sterilizzare, le pareti interne dell’arnia e in particolare le cellette destinate ad accogliere le uova oppure per “sigillare” eventuali organismi intrusi di una certa dimensione riusciti a penetrare nell’alveare. Uccisi dalle api, risultano talvolta troppo pesanti per poter essere trascinati fuori e quindi sono neutralizzati con la propoli con una procedura che evita la decomposizione. Considerati i numerosi fattori che incidono nella sua formazione, la propoli mostra una marcata variabilità nel suo aspetto e nella sua composizione chimica.

A seconda della fonte botanica e della zona geografica di provenienza, possono essere catalogate diverse tipologie di propoli, spesso meglio identificate commercialmente con la denominazione inglese:

Green propolis brasiliana (o propoli verde brasiliana, per brevità GPB):
processata dalle api da sostanze presenti, come principale fonte vegetale, nelle gemme, nei primordi fogliari e nelle giovani foglie dell’arbusto Baccharis dracunculifolia, appartenente alla famiglia delle composite; la GPB ha un vasto consumo locale ma dal Brasile si esporta principalmente in Cina e Giappone (Salatino e Salatino, 2018). La marcata variazione rilevata nella composizione chimica della green propolis brasiliana suggerisce che oltre a B. dracunculifolia, insieme ad altre specie del genere Baccharis, altre fonti vegetali contribuiscono alla sua formazione. Tra queste si considerano Araucaria heterophylla, Clusia major, Clusia minor, Araucaria angustifolia, Eucalyptus citriodora (Salatino et al., 2005).
Red propolis brasiliana: elaborata dalla leguminosa rampicante Dalbergia ecastophyllum.
Brown propolis europea: prodotta da diverse specie, in particolare da Populus nigra, pioppo nero.
Propoli russa: da Betula verrucosa.
Propoli rossa cubana e venezuelana: dall’essudato dei fiori di diverse specie del genere tropicale Clusia.

Di questi tipi, le più note nel mercato europeo sono la green propolis brasiliana, GPB, e la brown propolis europea.

Un gran numero di ricerche e pubblicazioni scientifiche dimostrano il potenziale biologico delle varie propoli. Le attività antimicrobica, antinfiammatoria, antitumorale, immunomodulante e antiossidante sono le più importanti. Sono di grande interesse e oggetto di studio i composti bioattivi responsabili di ciascuna attività che in alcuni casi non sono stati completamente chiariti (Moise e Bovis, 2020). Tuttavia, le composizioni delle diverse propoli sono estremamente variabili perché condizionate da numerosi fattori come la fonte botanica e l’epoca dell’anno in cui viene elaborata. Come costituenti importanti si segnalano i fenilpropanoidi prenilati (ad es. artepillina C) e acidi caffeoilchinici (Salatino e Salatino, 2018). La scuola brasiliana attribuisce alla artepillina C gran parte della bioattività della GPB.

Baccharis dracunculifolia: principale fonte di Green propolis brasiliana
Baccharis dracunculifolia appartiene alla famiglia delle Asteraceae (Composite) e conta con circa 500 specie. B. dracunculifolia ha numerosi nomi locali (“vassourinha”, “alecrim do campo”, “alecrim de vassoura”) ed è diffuso nelle regioni meridionali del Brasile, ma è anche presente in Argentina, Uruguay, Paraguay e Bolivia. È un arbusto dioico (piante-femmine e piante-maschio) spontaneo con capacità colonizzatrici, considerato utile nel ripristino di terreni poveri e acidi. La fioritura, nelle zone menzionate, avviene dopo la stagione delle piogge. I principali impollinatori della specie sono le api, che raccolgono gli essudati presenti nelle gemme, nei primordi fogliari e nelle giovani foglie indipendentemente dal sesso della pianta e dallo stato fenologico (fioritura o periodo vegetativo). Il periodo dell’alta frequenza delle visite da parte degli insetti per il prelievo di sostanze resinose coincide con la raccolta della propoli verde.

Negli ultimi anni, a causa delle riconosciute attività biologiche della propoli, la domanda internazionale di GPB ha superato la capacità di produzione. Si tenga presente che B. dracunculifolia non è una specie coltivata, si sente quindi il bisogno di nuovi approcci per ripristinare la capacità produttiva iniziale in Brasile (Munhoz Rodrigues et al., 2020). È anche necessario comprendere meglio la eco fisiologia della specie, l’interazione tra piante (che spesso esibiscono galle provocate da vari insetti) e api, l’influenza del sesso delle piante nella quantità e qualità di propoli prodotta. In questo senso sono state osservate differenze significative tra piante maschili e femminili. Le piante maschili hanno mostrato una maggiore infestazione da insetti che inducono alla formazione di galle mentre le piante femminili hanno ricevuto un numero maggiore di visite da parte di api. Più esteso è risultato il tempo di raccolta della resina nelle piante femmina e più elevata la concentrazione di terpeni. I ricercatori concludono che per attirare più api e quindi migliorare la produzione di propoli in Brasile occorrebbe aumentare la percentuale di piante femminili di B. dracunculifolia in campo, con apposite piantagioni (Munhoz Rodrigues et al., 2020).

Proprietà biologiche di Baccharis dracunculifolia e potenzialità
Mentre le fonti botaniche della propoli europea, fondamentalmente pioppo nero, hanno un modesto impiego nelle pratiche paramediche, le sostanze presenti in B. dracunculifolia sono molto note ed utilizzate. Parti della pianta ed estratti di B. dracunculifolia sono largamente usati nella medicina popolare dei paesi dove la specie vegeta spontanea, soprattutto in Brasile, e ciò spiega il prelievo eccessivo. Nella medicina popolare brasiliana l’estratto acquoso di B. dracunculifolia è largamente impiegato per il trattamento di infiammazioni, disturbi epatici e ulcere gastriche (Menezes 2005). L’estratto idroalcolico ottenuto da parti aeree di B. dracunculifolia è stato impiegato con buoni risultati per trattamenti antiulcera. Dosi di 50, 250 e 500 mg/kg di estratto grezzo di B. dracunculifolia hanno ridotto significativamente l’area delle lesioni, il volume del succo gastrico e dell’acidità totale, con relativo aumento del pH gastrico (Lemos et al., 2007).

Gli estratti di foglie di B. dracunculifolia hanno un effetto antinfiammatorio, antibatterico, immunomodulatore, antigenotossico e antimutageno. I principali composti ottenuti sono la baccarina, l’artepillina C e l’acido cumarico; studi hanno dimostrato che questi principi chimici esercitano effetti antitumorali, soprattutto contro il cancro al seno e alla prostata (Moise e Bobis, 2020). La gascromatografia-spettrometria di massa rivela i principali terpenoidi presenti dell’olio essenziale di Baccharis dracunculifolia: germacrene D (18,4%), E nerolidolo (14,0%), mustacone (11,2%), spathulenolo (11%), β-pinene (9,5% ) e biciclogermacrene (8,4%).

Ricerche mirate alla valutazione dell’attività antibiotica in vitro dell’olio essenziale, anche in combinazione con alcuni antibiotici, hanno evidenziato un’attività antibatterica diretta dell’olio essenziale di B. dracunculifolia contro Staphylococcus aureus ATCC 25923. L’olio essenziale ha anche mostrato sinergismo contro S. aureus quando associato agli antibiotici Norfloxacina ed Ampicillina. L’olio essenziale di B. dracunculifolia è quindi un prodotto naturale con potenziale antimicrobico, sia direttamente sia in combinazione con antibiotici, contro batteri Grampositivi e Gram-negativi (Salazar et al., 2018).

Pur riconoscendo le potenzialità terapeutiche della pianta, le proprietà degli estratti vegetali sono spesso inferiori rispetto alla propoli che le api elaborano da questi materiali vegetali (Berretta et al., 2020).

Caratteristiche fisico-chimiche della green propolis brasiliana

Tra i tipi di propoli prodotti in Brasile, la GPB ha guadagnato consensi nel mercato mondiale perché, anche se dura, è friabile e quindi facilmente trasformabile in polvere mediante macinazione meccanica (Salatino et al., 2005). Emana un gradevole odore resinoso e il colore va dal giallo verdastro al verde intenso. È molto probabile che l’aspetto e le caratteristiche intrinseche attuali siano cambiate in relazione ai campioni prodotti prima del 1960 in Brasile (arrivo di Apis mellifera scutellata) in quanto oggi le api in quel paese sono quasi totalmente “africanizzate” ed hanno comportamenti diversi.

Per quanto riguarda la produzione di propoli le api “africanizzate” son più produttive rispetto alle api europee. Come già detto la variabilità della propoli è marcata anche nell’ambito della GPB.

A dimostrazione si riporta una tabella presente in un sito di una ditta spagnola che commercializza propoli brasiliana. Poiché l’azione biologica della GPB spesso somiglia a quella della propoli europea, fino alla metà degli anni ’90 si pensava che le loro composizioni chimiche fossero analoghe (con predominanza di flavonoidi come costituenti della resina). Tuttavia, contrariamente a questo presupposto, le prime analisi chimiche dettagliate hanno rivelato profili abbastanza distinti per i campioni di propoli brasiliana. È stata dimostrata l’abbondanza dei fenilpropanoidi prenilati nella propoli proveniente dal Brasile, principalmente dalla regione Sud-orientale (Salatino et al., 2005).

Secondo alcune ricerche condotte in Brasile, la presenza di artepillina C (del gruppo dei fenilpropanoidi prenilati) nella GPB spiegherebbe la sua attivitàantimicrobica, anti-infiamatoria, antitumorale, antiossidante, immunomodulatrice (https://cienciadapropolis.com.br/en/).

La standardizzazione della GPB

Considerate le numerose variabili che influenzano il tipo e la qualità della propoli (clima, flora, tipo di api, processi utilizzati per produrre un estratto di propoli), una ditta privata brasiliana, in collaborazione con numerosi Istituti di ricerca, ha sviluppato e brevettato un estratto di propoli standardizzato (Berretta et al., 2012).

Gli autori affermano che questo prodotto garantisce riproducibilità tra i lotti commerciali e consente la possibilità di portare avanti ricerche confrontabili e mirate senza il condizionamento che impone la variabilità dei materiali che si vogliono testare. In realtà, sono stati brevettati diversi prodotti a base di GBP standardizzata (ad esempio un gel termo-reversibile a liberazione graduale contenente estratto di propoli standardizzato).

Le ricerche condotte con Istituti di ricerca, soprattutto brasiliani, hanno riguardato la valutazione della capacità antinfiammatoria dell’estratto di propoli standardizzato (EPP-AF®), lo studio dell’effetto antiproteinurico della propoli standardizzata nella malattia epatica cronica, il trattamento della candidosi vaginale nonché cure complementari ai trattamenti antivirali per contrastare il Covid-19 (Berretta et al., 2020; Duarte Silveira et al., 2021 pre print).

BIBLIOGRAFIA

Berretta A.A., Nascimento A.P., Bueno P.C.P., de Oliveira Lima Leite Vaz M.M., Marchetti J.M., 2012. Propolis Standardized Extract (EPPAF®), an Innovative Chemically and Biologically Reproducible Pharmaceutical Compound for Treating Wounds. Int J Biol Sci 8(4):512-
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Berretta A.A., Silveira M.A.D., Cóndor Capcha J.M., De Jong D., 2020. Propolis and its potential against SARS-CoV-2 infection mechanisms and COVID-19 disease. Biomedicine & Pharmacotherapy 131, 110622. https://doi.org/10.1016/j.biopha.2020.110622
Duarte Silveira et al. 2021. Pre print not peer-reviewed. Efficacy of propolis as an adjunct treatment for hospitalized COVID-19 patients: a randomized, controlled clinical trial. MedRxiv. https://doi.org/10.1101/2021.01.08.20248932 https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2021.01.08.20248932v1
Lemos M., Primon de Barros M., Barreto Sousa J.P., da Silva Filho A.A., Kenupp Bastos J., Faloni de Andrade S., 2007. Baccharis dracunculifolia, the main botanical source of Brazilian green propolis, displays antiulcer activity. J. Pharm. Pharmacol. 59, 603–608.
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Moise A. R. Bobiş O., 2020. Baccharis dracunculifolia and Dalbergia ecastophyllum, Main Plant Sources for Bioactive Properties in
Green and Red Brazilian Propolis. Plants 9, no. 11: 1619. https://doi.org/10.3390/plants9111619
Munhoz Rodrigues D., Claro De Souza M., Arruda C., Santinelo Pereira R.A., Kenupp Bastos J., 2020. The Role of Baccharis dracunculifolia and its Chemical Profile on Green Propolis Production by Apis mellifera. J. Chem. Ecol. 46, 150–162.
Salatino A., Teixeira E.W., Negri G., Message D., 2005. Origin and Chemical Variation of Brazilian Propolis. Evid. Based Complement.
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Salazar G., Sousa J., Lima C., Lemos I., Silva A., Freitas T., Coutinho H., Silva L., Amaral W., Deschamps C., 2018. Phytochemical characterization of the Baccharis dracunculifolia DC (Asteraceae) essential oil and antibacterial activity evaluation. Industrial Crops and
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SITOGRAFIA

Ciencia da propolis. Apis Flora. https://cienciadapropolis.com.br/en/